Primo
sviluppo del progetto
Obiettivo 1 : Aumento
massimo della lunghezza dinamica al galleggiamento
L’obbiettivo dello studio era
realizzare una forma che avesse una piccola variazione di
volume per piccoli angoli di appruamento in modo che lo
scafo li raggiunga velocemente e senza aiuto “dell’onda”, un
galleggiamento di 110 cm dinamico con uno statico di poco
meno di 100 cm. Poi, con la formazione di un minimo di onda,
anche con sbandamenti minimi, la LWL dinamica dovrebbe
subito superare i 115 cm.
Questo dovrebbe dare un
piccolo vantaggio di velocità assoluta con circa 10-15% di
LWL in più di una barca con scafo tradizionale e una
maggiore resistenza all’ingavonamento per i limiti di vento
massimi previsti per il gioco di vele principale.
Il ginocchio di prua è così
quasi inesistente, la prua leggermente rovescia: in qualche
modo ricorda Alinghi SUI 100 ed anche le linee laterali
della generazione di AC fino al 2000, come America 3 e NZL32
che avevano linee proprio simili.
Qualcuno potrebbe dire che
nelle barche reali l’evoluzione ha portato a fare forme
diverse, ma con 25 tonnellate di dislocamento e scafi non
plananti i problemi sono molto diversi che con 4,5 Kg di
barchetta e uno scafo che invece riesce a planare.
Idem il rapporto tra la superficie delle vele e il
dislocamento fa assomigliare molto più i nostri "piccoli"
scafi a un catamarano della futura Coppa America piuttosto
che ai vecchi e pesanti IACC5.
Quindi, se da un lato,
l’evoluzione delle “grandi" è andata in un senso,
dall'altro, nelle piccole é quasi certo che la via della
miglior performance non sia la stessa: in queste pagine vi
presento la mia personale e moderna reinterpretazione della
mitica NZL 32 che chiamerò, in ricordo dei fasti della
barca degli amici Kiwi : Magic Urca 120.
Naturalmente lo scafo potrà essere scalato con opportuni
fattori di scala per fare una AC100 performante e il
progetto avrà valenza e messe in tavola doppie (con
opportuni fattori di scala correttivi).
Per ottenere questo effetto lo
scafo e la distribuzione dei volumi è studiata per
consentire un naturale leggero appruamento dinamico anche
con poco vento per poi diventare molto resistente
all’ingavonata superato l’angolo di progetto.
Questo è ottenuto grazie
allo studio dei momenti di stabilità sul beccheggio e a una
particolare distribuzione dei volumi immersi ed emersi.
La variazione di posizione del
centro di carena (CC) per piccoli angoli di beccheggio e`
minima con centro di galleggiamento in statica circa al 52%
di LWL che poi diventa al 54-55% in dinamico
La prua mantiene entrate fini per non patire troppo l'onda
corta in condizioni di poco vento e favorire l’appoggio
iniziale.
Anche la forma della coperta
e` concepita per ridurre la pressione dinamica in caso di
immersione della prua in modo da facilitarne la riemersione
“rapida”. In pratica e` quasi una prua rovescia simile a
quella di SUI 100 ma anche ad alcuni multiscafi della nuova
Coppa perchè i problemi dinamici che dovrà affrontare sono
simili.
Saluti, Claudio Vigada -
www.Progetto-urca.com -
11/02/2012 |